del solstizio estivo.
Allora, il dio gli consentì di piangere il suo dolore per l’eternità e lo trasformò nell’albero omonimo : il cipresso (che è anche il simbolo di una immortalità che gli viene dalla sua natura di sempreverde e dall’incorrittibilità del suo legno).
La simbologia funeraria, che è stata ben spiegata in queste storie mitologiche, è soltanto una parte di un senso più generale (che si può vedere applicato nelle colline intorno a Siena, per esempio) che rinvia all’idea della separazione fra i dominî degli dèi e degli uomini : i cipressi sono delle vere colonne di un tempio (hortus conclusus), che assicurano la demarcazione precisa del tempo e dello spazio.