accueil site > 45. Archivio > 20. Internazionale > 02. GRUNDTVIG > 02. I linguaggi del blu > Le tappe dei linguaggi del blu > 13. 15 gennaio 2011 Il colore blu nell’arte del popolo rumeno
Pensiamo non sia esagerato dire che il blu si sente a casa sua in Romania. La presenza di questo colore nella vita dei Rumeni e dei loro avi appare molteplice e costante in questa terra dei Carpazi, del Danubio e del Mare Pontico, una delle civiltà più antiche dell’Europa.
Chi non ha sentito parlare, ad esempio, del misterioso « blu di Voronetz» ?
Nessun scienziato è riuscito a conoscere con certezza la sua origine o le proporzioni dei pigmenti che lo compongono. E’ una sfumatura unica che non esiste in nessuna parte del mondo all’infuori degli affreschi del monastero di Voronetz. Da centinaia di anni riflette l’azzurro puro del cielo.
Quello che colpisce gli occhi e l’anima di quanti contemplano questo blu, di qualsiasi paese lingua o cultura, è la profondità di questo colore. In una sinfonia cromatica, in cui le pitture sono come uno scrigno d’oro e di pietre preziose per la chiesa moldava, il blu svolge il ruolo di primo violino, di direttore d’orchestra e di legame visivo tra tutti i registri della composizione.
Il blu rumeno canta anche l’amore per la vita di ogni giorno: blu come i tessuti, le camicette delle contadine ricamate con paillette, le camicie, le gonne ed i foulards.
Blu come i vasi di terra cotta, i piatti e le tazze della ceramica tradizionale di Horezu. Potrebbe questo blu essere un ricordo costante delle nostre origini e delle nostre bellezze secolari?
Cristian Bandi, Ispettore, incaricato dell’insegnamento dell’arte presso l’Ispettorato del Dipartimento di Bacau.
Fotos : Marina Rosca et Irena Florescu.